Padre e figlio, rappresentanti della famosa “Maestranza di la Serra” . Tra le loro opere, una granitica stele funeraria e un monumento al presidente Kennedy.
Ogni volta che torno alle radici della esistenza, Serra San Bruno, la prima tappa obbligata è il cimitero dove porto fiori e pensieri sulla tomba dei miei cari. L’ultima volta, camminando, tra un ricordo e l’altro e non riuscendo a lasciare da parte, nemmeno in una circostanza come questa, il vezzo di far ricerca storica, mi sono fermato davanti alla stele imponente e granitica che ricorda lo scultore serrese Biagio Lo Moro dallo stesso edificata “ante mortem”, come si ricava dall’epigrafe. Questo monumento sepolcrale che, assieme ai tanti altri ivi eretti, ne fa, di quello della cittadina della Certosa, un cimitero monumentale, certamente uno dei più artistici dell’Italia meridionale, ha scatenato in me la solita curiosità facendomi scomodare biblioteche e autori quali il compianto Sharo Gambino e l’amico Cesarino Mulè. Biagio Lo Moro, siamo alla fine dell’800 (avviato al mestiere da Mastro Bruno Pelaggi, il famoso poeta scalpellino, di cui fu discepolo per molti anni) fu valente scultore che, oltre al suo, edificò diversi altri monumenti funerari in granito per il cimitero di Serra e per quelli dei paesi limitrofi. Sempre per il cimitero serrese disegnò e lavorò la facciata della chiesetta della Regia Arciconfraternita della Madonna dei Sette Dolori ed inoltre completò il frontespizio della chiesa Matrice del paese iniziata molto tempo prima dall’altro serrese Biagio Scaramozzino lo stesso che, fra le tante altre opere, operò anche sul famoso palazzo Gravina in Napoli.
Nella foto: Lo scalpellino Alfonso Lomoro figlio di Domenico Lomoro e Teresa Barillari
Ma sicuramente l’opera migliore che il Lo Moro potè eseguire fu quella di procreare il figlio Bruno che, come ci lascia scritto Sharo Gambino, “continuò a migliorare la propria tendenza affinando la tecnica e la produzione che oggi lo fa noto in America come scultore e ritrattista” e dove, per molto tempo si è presentato con carta intestata raffigurante lo stemma civico della lontana Serra San Bruno. Bruno Lo Moro (scultore, pittore, decoratore e restauratore) nato nel 1911, ha frequentato la scuola artistica del catanzarese Vincenzo Jerace il quale aveva notato in lui forte passione per lo studio delle arti; quindi è passato a Firenze dove perfezionò la sua attitudine al disegno e alla pittura e, alla fine di un proficuo soggiorno romano che gli fruttò esperienza artistica in Vaticano alle dipendenze di un tal Nagara, ha avviato il suo itinerario oceanico che lo portò dall’America Latina agli Usa. Il suo viaggio oltreoceano è cominciato dall’Argentina dove già a Buenos Aires la stampa lo poneva all’attenzione come artista raffinato. Proprio nella capitale argentina il Serrese ha lasciato un’opera che è testimonianza dell’interesse nei confronti di Cristoforo Colombo. Nel Museo Marina di quella città vi si trova, infatti, un’interessante statua dello scopritore genovese che ha suscitato notevoli interessi negli studiosi d’arte e negli appassionati. Nella stessa Argentina, in segno di riconoscenza per l’ospitalità ricevuta, ha lasciato altre opere non meno interessanti che si trovano, oggi, in collezioni private. Dopo questa esperienza sud-americana, il Lo Moro si è portato nella Grande Mela e da qui “espande non soltanto la sua presenza nel mondo artistico americano ma si arricchisce di una tematica nuova aperta ai grandi temi della pace e della solidarietà universale” come scrive Mulè. Di questi temi è ricca, sicuramente, la più famosa e coinvolgente sua opera: il dipinto che raffigura il sorriso dell’allora Papa Giovanni XXIII, da pochi giorni Santo, nell’atto di ricevere il Premio Balzan dal Presidente della Repubblica italiana Antonio Segni. Tra le tante altre opere, gli Usa possono sicuramente vantare, e per interesse artistico e per soggetto rappresentato, un busto del Presidente Kennedy destinato alla mostra dedicata allo stesso statista. Questi fu Bruno Lo Moro, assieme al padre Biagio, rappresentante della famosa “Maestranza di la Serra” di cui sicuramente e giustamente Serra San Bruno e la Calabria possono vantarsi.