Essere felice! La sintesi di quanto è emerso dalla piacevole conversazione con la dottoressa Maria Teresa Barillari, fisica del CERN di Zurigo, è in questa semplice frase.
In un pomeriggio di fine estate ho avuto il piacere di incontrare Teresa, che conosco da sempre e con la quale è sempre un gran piacere parlare. Il suo tono è pacato, non ostenta la sua sapienza, non si vanta, non fa pesare il valore della sua posizione che ricopre nell’ambito del suo lavoro, sempre molto garbata e sorridente, parla di argomenti, che ai più potrebbero essere ostici, con grande naturalezza. Eppure ci troviamo di fronte alla Group leader del Max-Planck-Institute for Physics di Monaco di Baviera dove vive da anni assieme al marito, anch’egli scienziato, e le sue due figlie.
E’ stata una piacevole conversazione alla quale hanno partecipato anche l’avvocato Domenico Calvetta, direttore di questa rivista e il dott. Bruno Giancotti, imprenditore serrese che vive ormai da anni in Russia.
Teresa ci ha confidato che il suo interesse per la scienza è sempre stato presente in lei fin da piccola, nato sui banchi della scuola media per poi concretizzarsi negli anni del liceo scientifico e nella scelta della facoltà di Fisica all’Università della Calabria. Teresa è sempre stata affascinata dall’atomo e dalla ricerca. Ci racconta di quando frequentava il liceo e aveva timore di una disciplina in particolare, che le piaceva tanto: la fisica. Ma la prima interrogazione fu un successo e pertanto si convinse ancor di più che avrebbe dovuto approfondire e perseguire i suoi interessi rivolti allo studio dell’atomo, della fisica delle particelle.
Ha preparato la sua tesi di laurea a Ginevra entrando nel team del professore Antonino Zichichi, grande luminare nel campo della fisica. Dopo la laurea ha svolto il dottorato di ricerca a Ginevra, si è poi trasferita a Palo Alto in California dove ha potuto mettere in campo le sue conoscenze, ma Teresa ha pensato che portare avanti la famiglia in quel contesto non sarebbe stato molto facile e così, dopo la nascita della prima figlia, ha preso la decisione di tornare in Europa. Da Monaco è pure più semplice raggiungere Serra San Bruno e i propri affetti, perché Teresa ha grandi ali per volare ma ha anche radici profonde e ritorna spesso al paese natío per riabbracciare familiari e amici. Ci dice che le sue scelte sono sempre state incoraggiate dai suoi genitori e dagli altri familiari, ci racconta di quando è partita per l’università e di una frase scritta su un bigliettino da suo nonno il quale le diceva di essere orgoglioso di lei. A questo punto Teresa sottolinea che in Germania sono poche le donne che studiano materie scientifiche, anzi, una tale scelta non viene proprio incoraggiata e le donne che fanno carriera non hanno figli. In Italia, fortunatamente, non esiste questa mentalità che potremmo considerare una discriminazione di genere.
Ma Teresa ci dice che bisogna credere fermamente nei propri sogni ed è per questo che lei va “dove non vanno gli altri”, da qui si comprende la sua determinazione nel perseguire i suoi obiettivi. A questo punto le chiediamo di quantificare il grado di realizzazione dei suoi sogni e lei risponde che al momento è al cento per cento, sta facendo quello che ha sempre desiderato fare.
La conversazione si fa sempre più interessante, scopriamo che la nostra scienziata, che ha un animo molto sensibile, coltiva anche altre passioni come la musica e l’arte, ama suonare il pianoforte e dipingere. Rimaniamo abbastanza colpiti dal fatto che Teresa afferma con grande convinzione che “la fisica è creativa”, bisogna andare oltre gli schemi mentali per raggiungere alcuni risultati, “pensare oltre per trovare soluzioni”. Noi interlocutori non ci aspettavamo una tale affermazione, poiché, nell’immaginario collettivo, la fisica viene considerata una scienza perfetta, statica, razionale, che non lascia spazio alla creatività e invece la dottoressa Barillari con questa frase ci fa riflettere e ci spinge a guardare oltre.
In merito ai suoi progetti futuri ci dice che vuole essere felice. Le chiediamo allora cos’è la felicità e lei risponde che la felicità è stare bene, essere appagati, raggiungere i propri obiettivi, essere in pace con se stessi ed essere liberi. Secondo Teresa chi fa ricerca, fa una scelta di vita che porta a guadagnare di meno ma non si è vincolati da nessuno e pertanto si è liberi di sviluppare al meglio la propria creatività. E lei ha scelto di essere libera.
Alla domanda su cosa pensa della compatibilità tra scienza e fede, Teresa risponde candidamente, con una frase semplice e profonda: “io ho fede”.
Quasi al termine dell’incontro si unisce a noi la cantante lirica Angela Figliuzzi, nata e cresciuta in Germania e da poco trasferita a Serra San Bruno, si salutano e si intrattengono un po’ dialogando in lingua tedesca. E’ un incontro tra due artiste, tra due donne che hanno sicuramente molto in comune.
Siamo giunti al punto di congedarci, con la speranza di riabbracciare presto Teresa della quale tutta la comunità serrese non solo riconosce i meriti nel campo scientifico ma le attribuisce la grande umiltà con la quale si pone nei confronti di tutti. Siamo fieri di lei, le auguriamo di essere sempre felice e di raggiungere vette sempre più alte.