La nostra scelta di scrivere su un personaggio particolare non è stata a caso, ma meditata e mirata verso uno scultore riservato, avulso da pubblicità ma interessante sotto il profilo artistico. Autodidatta e intagliatore del legno che proviene da Brognaturo ed è sposato a Serra, Giuseppe Zangari, dallo sguardo profondo e sognatore, imparò con lo studio personale l’anatomia del corpo umano in movimento ed iniziò la sua carriera, abbeverandosi nella fucina dell’arte greca antica, che influenzò grandemente la più vasta cultura europea. Fra le altre opere – come i bassorilievi della chiesa Addolorata o la rappresentazione dei mestieri di Serra o San Pietro con le chiavi del Paradiso, tutti custoditi nella sua abitazione come se fossero suoi figli o pezzetti di sé stesso dislocate ordinatamente a difesa della sua casa – ha suscitato in noi interesse e curiosità particolari ma anche attenzione sensibile verso il Bello, una scultura in legno, opera giovanile dell’autore, che rappresenta Eutimo di Locri, campione olimpionico di pugilato nel 484, 476 e 472 a.c. e vissuto nella Grecia classica del V secolo a.c., attualmente posto in una casa colonica di Brognaturo in attesa di meritata gloria! Ricavato da un pezzo unico di quercia procurato dall’imprenditore e compianto Ninì Bertucci ( fratello dei dottori Carlo, Gerardo e Dino) che glielo regalò con la lucida consapevolezza che il Nostro l’avrebbe reso immortale perché ricalca un’esempianza delle opere di Policleto e Fidia, noti nella storia dell’arte, perché appartenenti ad un lignaggio sublime e superiore. Scolpire a mano un legno di quercia fu faticoso ed impegnativo ma alla fine gratificante per Colui che trasformò la materia grezza in sembianze umane: una statua di oltre 2.20 di altezza con un peso intorno a tre quintali! Per poterne meglio gustare la visione, bisogna guardarla da diverse prospettive e aiutati dalla fantasia trasferirla con la macchina del tempo nel contesto dello splendore della Grecia classica.
Un atleta senza veli in simmetria di movimenti e di luce, con lo sguardo fiero, l’organo maschile dormiente, la barba e il naso alla greca e la muscolatura possente e tesa a caricare il colpo, attraverso i muscoli, i tendini e le vene affioranti che fanno da conduttori a questa forza! E qui come non citare il poeta dei synetoi’ (degli intelligenti) Pindaro, considerato il cantore dell’atleta trionfante che si distingue negli agoni fisici come la corsa, il pugilato, la lotta o la corsa a cavallo: dove Lui non descrive solo la fisicità dell’uomo vincitore ma descrive anche il thymòs, cioè la forza interiore e il sentimento del partecipante. L’arte greca mette al primo posto la visione soggettiva del Kalòn (che solo impropriamente può essere tradotta con termine “bello”) che significa che è bello ciò che piace che suscita ammirazione e capta l’attenzione dell’uomo sensibile più con gli occhi della mente che con quelli del corpo. E qui per motivi di spazio dobbiamo troncare questa breve trattazione su un autore riservato e laconico che esterna la sua tempra d’autore attraverso le sue opere che gelosamente custodisce.
Gratificati di avere fatto la scelta giusta nel visitare e ammirare le opere del Zangari, ci proponiamo di organizzare una mostra nel momento e nella sede opportune, per rendere compartecipi coloro che sono interessati alla cultura della Bellezza che salverà il mondo!
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