Nel variegato mondo della cultura nostrana la figura di don Leonardo Calabretta emerge quasi di prepotenza e s’impone come un punto di riferimento obbligato nell’ambito della ricerca storica locale dove tutto è verità nascosta, tutto è fascino e mistero da svelare e da scoprire. Conosciuto come sacerdote fondamentalmente impegnato nella sua funzione di parroco e di padre spirituale, don Leonardo è meno conosciuto come uomo di penna e di pensiero il quale nella sua ormai consolidata attività di scrittore, ha a suo carico una nutrita raccolta di pubblicazioni tra libri e articoli per riviste teologiche, dove emerge a tutto campo la sua solida stoffa di saggista, storico, critico letterario e instancabile ricercatore. Il ‘vedere’ e, soprattutto, il ‘prevedere’ è ciò che impronta la sua scrittura la quale, pur sembrando per lo più rivolta al passato per rievocare echi e situazioni di tempi lontani, è in realtà rivolta al futuro e fa da corollario a quella sua ostinata tendenza ad ammaestrare ed istruire, che egli, nella sua qualità di professore, educatore e precettore, gelosamente conserva e quotidianamente coltiva. Da tutto traspare il suo spiccato senso di appartenenza al pensiero laico che egli, più come uomo di mondo che come uomo di chiesa, evidenzia a tutto campo, mettendosi, quando occorre, dalla parte del corpo più che dalla parte dello spirito e distinguendo nettamente il sacro dal profano. Non esita in quest’ambito a riconoscere meriti e demeriti dei grandi autori del passato e non solo, ma anche dei piccoli autori, santi, mistici, religiosi, atei o agnostici che siano, donando nelle sue esposizioni e anche nei suoi personali giudizi a Dio quel che è di Dio e all’uomo quel che è dell’uomo. Nella storia di Serra il suo contributo di ricercatore ha un peso straordinario. Grazie a lui, oggi, conosciamo molto del nostro glorioso passato e ogni suo libro riesce, ogni volta a sorprendere e a stupire: sorprende per la sua originalità e semplicità, stupisce per la sua chiarezza di pensiero e sinteticità espositiva.
Le sue opere possono essere divise in due grandi settori: quelli ascrivibili all’area dello spirito e quelli rientranti nell’ambito prettamente storico. Tra i primi ricordiamo “Il peccato originale nel commento dei Padri della Chiesa al Salmo 50.7 e a Giobbe 14.4, “Parliamo d’amore”. Giovani e adulti a confronto”, “Conoscere. Manuale di logica ed epistemologia”, i quaderni di catechesi “La Fede, La Speranza e La Carità”, “Il Corpo umano negli scritti dei cattolici occidentali”, “Il corpo umano nel pensiero dei filosofi occidentali”.
E’ tra i secondi, però, che emerge come un gigante il grande spirito laico di don Leonardo. In essi si rinnova buona parte di un passato da non dimenticare e che riguarda i luoghi dove Calabretta ha vissuto per breve o lungo tempo e, soprattutto, il paese dove egli è nato e ha trascorso gran parte della sua giovinezza: Serra San Bruno. Qui il teologo lascia il posto allo storico e i fatti raccontati si snodano come fossero immagini, impresse nella memoria e strappate al tempo che ostinatamente le ruba e le nasconde. Dopo aver lasciato in dono ai suoi parrocchiani di Guardavalle un libro di memorie pubblicando “Guardavalle tra storia e memoria nel 1995 e nel 2002 e dopo aver fatto altrettanto con i suoi parrocchiani di Catanzaro con “Dalla chiesetta alla chiesa nuova di Mater Domini in Catanzaro” nel 1982, rende omaggio al suo paese natale con una storia di Serra San Bruno in due volumi, portati in stampa nell’anno 2000. La sua attenzione va a posarsi sulla Certosa e i certosini. Nel 2007 dà alle stampe il libro “Certosini e Cistercensi. La Certosa di Serra e i Cistercensi (1192-1514)”. L’opera getta luce su uno dei periodi più tristi e bui della storia certosina e alimenta la ricerca, invogliando molti studiosi a riprendere l’argomento e a riaprire un dibattito che sembrava ormai definitivamente assopito. L’opera viene completata con un volumetto che illustra e raccoglie preziose notizie sui certosini di origine calabrese: “Certosini calabresi dal 1514 al 2014”.
Il richiamo del cuore è irresistibile ed ecco che trascorre molto del suo prezioso tempo a studiare, interpretare e consolidare la parlata dialettale del suo paese, che vede lentamente cadere in disuso col rischio di finire per sempre. Viene fuori il “Vocabolario del dialetto di Serra San Bruno”, un documento prezioso che raccoglie in un unico agglomerato letterario tutte le parole della lingua locale, salvandola dall’inevitabile declino e conservandola per i postumi, se mai un giorno dovesse definitivamente tramontare.
La ricerca per don Leonardo si fa negli anni sempre più seria e impegnativa. Di recente ha visto la luce il volume “La visita di mons. Perbenedetti alla certosa di Serra.” Si tratta della pubblicazione di un prezioso documento storico del 1629 che riporta notizie sulla Certosa, le Grangie, le chiese e gli ecclesiastici dei paesi di Serra, Spadola, Bivongi, Montauro e Gasperina. Un ulteriore scrigno di informazioni che stimolano allo studio soprattutto i giovani che vogliono riportare alla luce un passato sconosciuto, ma ricco di fascino e di gloria. Ancora una volta don Leonardo Calabretta coglie nel segno e promette tanti altri libri ancora che saranno da stimolo alla ricerca e aumenteranno l’interesse per la storia e l’amore per il nostro paese.
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