Anche se ho vissuto in diverse città (Reggio mi ha visto nascere, Napoli mi ha visto studiare e Torino mi ha visto lavorare), i momenti più significativi della mia gioventù li ho trascorsi sicuramente nei mesi estivi a Serra, “a casa delle zie”.
Di episodi a me cari ve ne sono tanti. Qualcuno ritorna alla mente con più gradevole nostalgia. Uno di questi è quello legato al primo campeggio estivo organizzato dagli amici di Serra ed in parte sovvenzionato con la raccolta di carta e cartoni.
Oltre al sottoscritto, il gruppo era formato da Cesare Pelaia, Salvatorino Regio, Vincenzo Regio, Mimmo Calabretta e Zeno Zaffino (detto “Teti”).
Ancora non maggiorenni, siamo andati a Tropea, posto stupendo, chiedendo alle Autorità del luogo il permesso di piantare la tenda vicino al mare (a quei tempi non esistevano i “campeggi”…), avendo in risposta la meraviglia del fatto stesso che avessimo chiesto l’autorizzazione!
La tenda fu piantata praticamente sulla spiaggia. Il posto era protetto da una piccola baia, pertanto non c’era pericolo di mareggiate…
Però il vento non mancava, facendo vortice nella sua ripida discesa dalla collinetta retrostante; il paese era in alto, alle nostre spalle. Fatto si è che una delle prime notti ci fu un vero e proprio temporale, un diluvio con vento fortissimo che ci costrinse a puntellarci con le braccia ai bastoni di sostegno della tenda, con la paura di un improvviso cedimento della struttura ed il rischio di un disastro per la nostra vacanza…Per fortuna la notte trascorse senza danni ed al mattino la quiete seguì alla tempesta.
Il venticello però era costante, tant’è che Salvatorino (addetto alla cucina!) era costretto a stare ai fornelli dentro la tenda…Ne usciva ogni volta in un bagno di sudore, rosso come un pomodoro maturo, ma sempre con il sorriso sulle labbra, anche se sull’orlo di un imminente collasso da calore.
Vincenzo, completamente “negato” per il nuoto, agitandosi in acqua ed illudendosi di avere il dominio dell’elemento liquido, rivolgendosi a Mimmo diceva: << Calabretta, osserva!! >>, tra mille spruzzi, ma senza avanzare di un centimetro…
Io ne ho combinata una grossa. Bianco come un verme, mi sono esposto al sole senza protezione: ustioni di 2° grado ai piedi e vacanza pressocchè rovinata. Avevo delle vesciche enormi, poi spontaneamente drenate, con la pelle che esfoliava letteralmente a brandelli. Avevo i piedi completamente bianchi, in parte per le lesioni cutanee, ma soprattutto perché ricoperti da uno spesso strato di pomata alla “Vegetallumina”.
Comunque sia, la vacanza andò avanti e si completò felicemente; tornammo a Serra dopo una intensa settimana di forti emozioni, arricchiti dal piacere di essere stati insieme, lontani dalla quotidianità e soddisfatti per la nostra dimostrata autonomia.
Non ricordo perché Gianfranco Procopio non fosse venuto con noi, ma lo ritrovammo in paese, pronto col suo “sax” ad iniziare le prove musicali per il nostro complesso.
Come ho già accennato in altra occasione, l’altro grande, importante, gratificante impegno estivo era quello di suonare con il nostro complessino. Ne ho già parlato, non mi ripeto, ma mi riempie di nostalgia il pensiero di quella esperienza comune.
Concludo qui, per adesso, ed esprimo solo il rammarico per non essere stati noi soliti utilizzare macchine fotografiche; pertanto ho poche documentazioni visive da condividere con gli altri, ed il solo racconto scritto sicuramente non onora appieno i fatti, anche perché io non ho le qualità narrative idonee ad esprimermi con descrizioni esaurientemente raffigurative e quindi mi risulta difficile rendere vivo il ricordo, sia pure intenso, di emozioni di vita vissuta.
Di questo, mi scuso soprattutto con i miei vecchi Amici.
Didascalia della foto
Settembre 1968, cinema Aurora.
Da sinistra a destra: Tonino Errigo, Cesare Staropoli, Carmelo Errichiello, Cesare Pelaia, Angelo Vinci, Mario Zaffino.