Per noi bambini che giocavamo nelle strade adiacenti le nostre case, (senza peraltro mai attraversare il corso “Regio”), quel rumore tipico di bottiglie di vetro che urtavano morbidamente le gabbiette di metallo, era motivo di allegria, sia per il canglore che esso causava e sia perché ci aggrappavamo all’autocarro 615 Fiat per essere trasportati nella vicina cantina di Michele Panucci ( lu Caca Michieli ), fra le bestemmie ed imprecazioni di Candia che ci mandava via. Lui addetto allo scarico insieme ad altri, sovente assaggiava il vino dell’esercizio ospitante e dava un giudizio d’esperto, così come fanno i moderni somelìer…In questa cantina, come in tantissime altre di Serra e del vasto comprensorio, il monopolio della vendita delle bibite era esclusivamente riservato alla rinomata ditta Giancotti; Per oltre sessanta anni leader in questo settore, nella provincia di Vibo e Catanzaro ed uno dei primi della Calabria.
Le piccole industrie del legno, abbondavano in Serra e dintorni, per il sistema orografico nel quale si trova la nostra cittadina, ma l’idea di lanciare il prodotto-bibite fu raro ed irrepetibile. Stiamo parlando dei primi anni del 900’, quando la vita quotidiana era veramente difficile da affrontare, fra guerre, emigrazione, miseria e analfabetismo per il 95 per cento degli italiani; il pezzo di pane giornaliero era duro a conquistare; eppure in questo contesto storico-sociale Gioacchino Giancotti, capostipite della famiglia, ebbe il coraggio di lanciare il business ( affare ) delle bibite colorate, gustose, analcoliche, in alternativa al vino e ai liquori preesitenti da secoli sul mercato. Ebbe intuito imprenditoriale ma ebbe anche coraggio, perché all’inizio incassò solo indifferenza da quelli che non capivano e invidia da quelli che capivano ma non riuscivano a fare come Lui.
Gioacchino, alto, elegante, robusto, con occhiali spessi, piede 57 ( veniva portato come esempio: hai lu pedi quanto chidu di Giacchino! ) e con una forza fisica “alla Carnera “, dopo anni di soggiorno in America, ritornò nel suo paesello e impiantò questa piccola industria artigianale di bibite poco sopra San Rocco, località attualmente di proprietà di Giampiero Silipigni ( nipote di G. e figlio di Vincenzina Giancotti ). Inventò la gassosa e l’aranciata che in bottiglie di vetro e con chiusura “a pallina”, dopo il riempimento, venivano distribuite nei vari esercizi della zona con l’autocarro Fiat 26 all’epoca, raro esemplare circolante in Calabria.
Suo figlio Luigino ( Gino ) classe 1921 iniziò ad aiutarlo fin da tenera età con l’interruzione forzata di quando a 18 anni fu chiamato alle armi a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale. Al suo ritorno si riprese l’attività nel 1945 e la piccola industria fu trasferita dietro la Chiesa Matrice ( limitante con la Dolciaria Fiorindo). Nel 1951 Gioacchino morì lasciando all’unico figlio maschio i suoi prodotti e le sue formule segrete delle bibite. Gino continuò con lavoro e sacrificio l’attività del padre. Trasferì la fabbrica alla via Bologna n. 8 sempre di Serra ( vicino le scuole elementari ) ed iniziò un nuovo ciclo di prodotti tipici, coniugando l’esperienza del padre con le nuove esigenze dettate dal mercato. Il gusto della gente si affinava e l’economia pian piano prendeva quota. Sempre Gino, acquistò nuovi macchinari per riempire e lavare le bottiglie a rendere ( venivano restituite una volta consumate ); assunse nuova madodopera; conquistò il mercato; inventò, oltre la gassosa e l’aranciata già esistenti, la gassosa “Brunella” quella chiara e quella scura, quella al caffè, la spuma bionda e bruna, la “Silcola”, il “bitter”. Lui non era uno stratega da tavolino. Lavorava insieme ai suoi operai come loro e più di loro. L’attività si era ormai consolidata e così pure l’economia nazionale, ma nel 1962 la Morte lo colse all’improvviso senza preavviso e senza scampo. Il destino di questo lavoratore-galantuomo si concluse quel giorno. Molti lo piansero e molti lo ricordano.
Continuò l’attività la moglie Flora De Francesco con coraggio, così come poteva, con il figli piccoli da crescere. Nel 72’ la rinomata industra Giancotti chiuse e si chiuse anche un’epoca di prosperità per Serra.