Qualche tempo fa, mentre leggevo uno dei libri di Osho, mistico e maestro spirituale indiano a me molto caro, mi sono imbattuta in una breve storiella Sufi che penso possa essere di aiuto a molti.
La storiella racconta che, in un paese del Medio Oriente, viveva un re continuamente diviso tra felicità e sconforto.
Un giorno, stanco di se stesso e della sua vita, decise di cercare una via d’uscita. Mandò dunque a chiamare un saggio che godeva della reputazione di essere illuminato e, quando questo arrivò, il re gli disse: “Desidero essere come te. Puoi darmi qualcosa che porti nella mia vita equilibrio, serenità e saggezza? Ti pagherò qualunque prezzo tu chieda.”
Il saggio rispose, “Sì, posso aiutarti. Ma il prezzo è così elevato che il tuo intero regno non basterebbe per pagarlo. Per questa ragione ti farò un regalo, se tu lo vorrai accettare.”
Passarono alcune settimane e il saggio tornò con un cofanetto di giada decorata che consegnò al re. Il re lo aprì e vi trovò dentro un semplice anello d’oro, con alcune lettere incise sopra.
L’iscrizione diceva: Anche questo passerà. “Che cosa significa?” chiese allora il re. Il saggio rispose: “Indossa sempre l’anello. Qualunque cosa accada, prim’ancora che tu l’abbia valutata come buona o cattiva, tocca questo anello e leggine l’iscrizione. In questo modo tu sarai sempre in pace.”
Lo scopo di quelle poche parole incise sull’anello è quello di rendere consapevole l’uomo dell’impermanenza di ogni situazione, della transitorietà di ogni cosa – buona o cattiva.
Rendersi conto della transitorietà delle cose umane, è secondo me fondamentale, perché porta l’uomo ad assumere una posizione distaccata dalla realtà che lo circonda. Bisogna smettere di identificarsi con le vicende nelle quali siamo quotidianamente immersi. Bisogna aprire gli occhi e accettare il fatto che un giorno “tutto passerà”. È giusto saper godere dei piaceri che la vita ci offre, ma senza temere la loro perdita, senza alcuna ansia per il futuro. E, allo stesso modo, bisogna accettare le situazioni tristi, che ci fanno soffrire, ricordando che anche queste, per quanto terribili o insopportabili possano apparire, alla fine “passeranno”.
Solo l’uomo capace di accettare il cambiamento e di osservare gli eventi della vita senza rimanervi “intrappolato” può dirsi veramente un uomo libero. L’ uomo che teme il futuro, che vive nella costante angoscia di perdere qualcosa, o che si lascia sopraffare dalla negatività degli eventi, non solo è schiavo delle sue paure, ma non è e non potrà mai essere felice.
Per vivere una vita degna d’esser chiamata vita bisogna ricordare che nel mondo non c’è nulla da perdere. Il mio consiglio è quello di non dimenticare mai le parole del saggio e, soprattutto nei momenti di maggiore sconforto, ripetere tra sé e sé: “Anche questo passerà”.
Clicca per votare questo articolo!
[Voti: 0 Media: 0]